Il FARMA MADE IN ITALY RESISTE ALLA CRISI!. I dati del primato italiano arrivano dal Rapporto realizzato da Nomisma “Industria 2030. La Farmaceutica italiana e i suoi campioni alla sfida del nuovo paradigma manifatturiero”, presentato nei giorni scorsi a Roma.

Forte di un miliardo di investimenti in ricerca e sviluppo e di un’occupazione in crescita, il settore ha contribuito in modo determinante a rendere l’Italia la piattaforma produttiva farmaceutica in Europa con un fatturato complessivo annuo di oltre 31 miliardi di euro. Le tredici aziende italiane del farmaco aderenti a Farmindustria, le cosiddette “Fab13”, Abiogen Pharma, Alfasigma, Angelini, Chiesi, Dompé, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Mediolanum, Menarini, Molteni, Recordati e Zambon, hanno continuato a investire portando l’export a toccare livelli importanti con 24,8 miliardi, ricavi aggregati di oltre 11 miliardi e un + 57% degli occupati nel settore in dieci anni (2007-2017).

Se da una parte il settore farmaceutico resiste c’è la preoccupazione degli industriali che: senza un piano normativo chiaro per il futuro, sarà difficile garantire lo stesso livello di sviluppo. “Anche nel 2018 siamo riusciti a crescere, rimaniamo un settore anticiclico rispetto ad altri, ma non cresciamo come prima”, spiega Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria.

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