A seguito della presentazione organizzata da Farmindustria lo scorso 5 ottobre (vedi notizia completa sotto) è emerso dall’analisi di Prometeia, sulla scelta  ‘green’ delle imprese farmaceutiche conto terzi italiane, sia  lo stato di buona salute del comparto e del suo indotto sia quello della produzione di macchinari e strumentazioni per la farmaceutica in cui l’Italia è leader, confermando l’andamento positivo di tutta la filiera del farmaco del bel Paese.

Le aziende del CDMO accostano flessibilità, intesa come capacità di adattare ad hoc tempi e ai processi delle linee produttive e diverse aree di expertise, in forza di una spiccata attitudine all’innovazione ampiamente riconosciuta anche all’estero.

Nella gran parte dei casi si tratta di aziende di piccola e media dimensione (PMI), ‘patient-oriented’, “con alle spalle un forte senso di responsabilità sociale verso i dipendenti e l’ambiente”, spiega Giorgio Bruno, presidente Gruppo Produttori Conto Terzi Farmindustria  e Vice Presidente AFI, che conferma anche quella riconosciuta capacità di bilanciare costi ed efficienza che ha permesso alle aziende del comparto da lui rappresentato di sviluppare gli anticorpi contro gli effetti altalenanti dei repentini cambiamenti della domanda farmaceutica.

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UNIONE EUROPEA: ITALIA PRIMA PER PRODUZIONE DI FARMACI CONTO TERZI

L’Italia mantiene la sua leadership in Europa nella produzione in conto terzi del settore farmaceutico. La conferma arriva dallo studio Prometeia, giunto quest’anno alla sua terza edizione, realizzato per Farmindustria.

L‘Italia, con 1,9 miliardi di euro di valore della produzione (il 24% del totale Ue, pari a 7,9 miliardi di euro), supera la Germania e la Francia, inoltre ha aumentato la sua quota sul totale (era 22% nel 2010), conseguendo la crescita in valore più elevata tra tutti i Paesi dell’Ue.

I risultati, secondo Prometeia, sono stati raggiunti soprattutto grazie all’export e allo sviluppo dei segmenti produttivi a maggiore complessità.

Dal rapporto emerge un ulteriore dato incoraggiante: la capacità di trasformare in opportunità di sviluppo, le sfide legate alla svolta ‘green’ compiuta dalle aziende sia in “chiave di economia circolare” che di “sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e competitività”.

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